Cosa vuol dire essere fotografa ?

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  Nella mia vita, sono stata sempre vista come la "scapestrata" della situazione anche se io non è che ho fatto questi grandi malanni, anzi ... una figura quasi mitologica ... un pò artista, un pò genio incompreso, un pò fuori dalle righe, un pò troppo in ogni situazione ...  Molte volte fastidiosa ed ingombrante (e non parlo fisicamente, o anche si 😂). C'è però sempre stata un persona che mi ha sostenuto in questi anni in tutte le cose che facevo (anche se non c'entrava la fotografia) ... mai mi ha bloccato (anzi) ... mi ha sempre "sorretto" anche se adesso non lo può più fare ...  un uomo che mi ha sempre guardato con un misto di preoccupazione ed orgoglio ... ebbene , questa è la cosa più che si avvicina alla perfezione nel riscontro di un fotografo. Anche se ora  mi rimane solo il ricordo di quella bellissima sensazione che mi davano i suoi occhi, i suoi sorrisi, le sue dolci parole, l'incoraggiamento , l'aiuto e le sue lacrime quando vedeva che...

Ma cosa vuol dire "ritratto" ? Cos'è veramente ?

 




Tante volte, quando senti parlare di ritratti, quello che ti viene in mente è la tipica foto
che si facevano nelle macchinette automatiche fuori dalle stazioni dei treni (oddio quanto sono vecchia) mentre, in verità, ci sono molte "varianti" di ritratti che, a seconda di cosa vuoi ottenere o della situazione, andrai a scegliere di effettuare.

Per farla il più semplice possibile, vi elenco qui di seguito (solo come esempio) giusto un paio di possibili situazioni :

Ritratto frontale , Ritratto in studio , Ritratto ambientato , Ritratto di gruppo , Ritratto figura intera etc etc.

Come vedete quindi, quando mi sento fare la domanda "ma tu fai solo ritratti?" ... io, annuendo rispondo : "si, solo ritratti" ... che poi, in verità, quel "solo" non è poi così tanto solo 😂

Ma andiamo con ordine.

Se vogliamo fare un pochino i secchioni, possiamo dire che :

Il ritratto fotografico è un genere dove si incontrano una serie di iniziative artistiche che ruotano intorno all'idea di mostrare le qualità fisiche e morali delle persone che compaiono nelle fotografie. (fonte Wikipedia)

Fin dall'antichità è nota la realizzazione di ritratti (in quel caso non fotografici 😉) e con il passare degli anni, questi ritratti hanno assunto diverse funzioni : commemorative, celebrative, effigi dei defunti e così via, ma fu solo nel cinquecento che gli artisti scultori e pittori iniziarono a "discutere" tra loro su quanto, un ritratto, dovesse il più possibile somigliare al vero oppure no.

Se da una parte si schieravano i "puristi", cioè quelli che appunto rilegavano il ritratto nel mero e puro copiare tratto per tratto il più fedelmente possibile, dalla parte opposta invece, alcuni artisti che ambivano a far valere le loro visioni più fantastiche, insistevano con il dire che il ritratto doveva essere l'espressione dell'animo dell'artista, quindi non per forza totalmente rispondente al vero.

Si iniziò quindi a dare maggiore importanza allo sguardo, alle espressioni ed a tutto ciò che va al di là della semplice apparenza.

Negli anni in cui apparve la fotografia, il ritratto come in tempi più remoti, fece si che andarono, di nuovo, a crearsi "fazioni" (puristi-visionari) che, come nel caso dei grandi maestri d'altri tempi, si "contendevano" dall'una o dall'altra parte, la "verità" su cosa volesse dire fotografia.

La fotografia è rappresentazione (quasi) asettica del vero così com'e' senza "fronzoli" di sorta, oppure la fotografia è la rappresentazione dell'interiorità del soggetto attraverso le espressioni o gli sguardi, specchio dell'anima?

Beh, vi diro', ancora oggi è ben viva e vegeta questa divisione logica di un concetto (ritratto) in due nuovi concetti distinti e contrapposti e non credo se ne verrà mai a capo, perchè ogni fotografo, in quanto artista, propenderà verso l'una o l'altra a seconda delle sue inclinazioni.

Personalmente penso che il ritratto debba trasmettere un emozione, sia essa di stupore davanti alla bellezza, o di domanda di fronte a enigmatiche espressioni, anche se queste non sempre sono colte prendendo "l'attimo fuggente" ma sono frutto di uno studio prima e di un esecuzione ed elaborazione dopo.

E con le mie opere io desidero far questo, emozionare o sconvolgere, creare domande o stupore, presentare il reale o far apparire l'irreale il tutto secondo una visione quasi onirica di quel che il mio occhio, attraverso la mia macchina, vede e percepisce.

E tu, da che parte stai ?😊😊😊

Angelica.





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