Tante volte, quando senti parlare di ritratti, quello che ti viene in mente è la tipica foto
che si facevano nelle macchinette automatiche fuori dalle stazioni dei treni (oddio quanto sono vecchia) mentre, in verità, ci sono molte "varianti" di ritratti che, a seconda di cosa vuoi ottenere o della situazione, andrai a scegliere di effettuare.
Per farla il più semplice possibile, vi elenco qui di seguito (solo come esempio) giusto un paio di possibili situazioni :Ritratto frontale , Ritratto in studio , Ritratto ambientato , Ritratto di gruppo , Ritratto figura intera etc etc.
Come vedete quindi, quando mi sento fare la domanda "ma tu fai solo ritratti?" ... io, annuendo rispondo : "si, solo ritratti" ... che poi, in verità, quel "solo" non è poi così tanto solo 😂
Ma andiamo con ordine.
Se vogliamo fare un pochino i secchioni, possiamo dire che :
Il ritratto fotografico è un genere dove si incontrano una serie di iniziative artistiche che ruotano intorno all'idea di mostrare le qualità fisiche e morali delle persone che compaiono nelle fotografie. (fonte Wikipedia)
Fin dall'antichità è nota la realizzazione di ritratti (in quel caso non fotografici 😉) e con il passare degli anni, questi ritratti hanno assunto diverse funzioni : commemorative, celebrative, effigi dei defunti e così via, ma fu solo nel cinquecento che gli artisti scultori e pittori iniziarono a "discutere" tra loro su quanto, un ritratto, dovesse il più possibile somigliare al vero oppure no.
Se da una parte si schieravano i "puristi", cioè quelli che appunto rilegavano il ritratto nel mero e puro copiare tratto per tratto il più fedelmente possibile, dalla parte opposta invece, alcuni artisti che ambivano a far valere le loro visioni più fantastiche, insistevano con il dire che il ritratto doveva essere l'espressione dell'animo dell'artista, quindi non per forza totalmente rispondente al vero.
Si iniziò quindi a dare maggiore importanza allo sguardo, alle espressioni ed a tutto ciò che va al di là della semplice apparenza.
Negli anni in cui apparve la fotografia, il ritratto come in tempi più remoti, fece si che andarono, di nuovo, a crearsi "fazioni" (puristi-visionari) che, come nel caso dei grandi maestri d'altri tempi, si "contendevano" dall'una o dall'altra parte, la "verità" su cosa volesse dire fotografia.
La fotografia è rappresentazione (quasi) asettica del vero così com'e' senza "fronzoli" di sorta, oppure la fotografia è la rappresentazione dell'interiorità del soggetto attraverso le espressioni o gli sguardi, specchio dell'anima?
Beh, vi diro', ancora oggi è ben viva e vegeta questa divisione logica di un concetto (ritratto) in due nuovi concetti distinti e contrapposti e non credo se ne verrà mai a capo, perchè ogni fotografo, in quanto artista, propenderà verso l'una o l'altra a seconda delle sue inclinazioni.
Personalmente penso che il ritratto debba trasmettere un emozione, sia essa di stupore davanti alla bellezza, o di domanda di fronte a enigmatiche espressioni, anche se queste non sempre sono colte prendendo "l'attimo fuggente" ma sono frutto di uno studio prima e di un esecuzione ed elaborazione dopo.
E con le mie opere io desidero far questo, emozionare o sconvolgere, creare domande o stupore, presentare il reale o far apparire l'irreale il tutto secondo una visione quasi onirica di quel che il mio occhio, attraverso la mia macchina, vede e percepisce.
E tu, da che parte stai ?😊😊😊
Angelica.
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